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Come combattere la disoccupazione giovanile



Il Comitato Civico Mantova Viva propone, tra i dodici punti programmatici, la rivalutazione dell’artigianato locale basata sull’alternanza scuola e lavoro, rimettendo al centro del progetto formativo gli istituti professionali e scommettendo su un progetto per la città finalizzato al turismo culturale e sostenibile.




Il  lavoro di artigiano con i nuovi saperi tecnologici e aprendolo alla globalizzazione, a nostro parere, rimane un formidabile strumento di crescita e innovazione.

Mescolare cioe’ le abilità artigianali con competenze industriali e le capacità dei tecnologi e dei manager con quelle, straordinarie, dei tecnici e degli artigiani. E poi, parliamoci chiaramente, il lavoro artigianale non restituisce dignità solo alle cose ma anche alle persone.

Insomma, rivalutare l’artigianato locale per poter essere più competitivi sui mercati ONLINE e globali. Investire cioè nella ricerca di risorse sul nostro territorio considerando l’artigianato e le professioni manuali come un retaggio del passato. Insomma, occorre ragionare diversamente e riscoprire nell’artigianato una risorsa tangibile!! Educare i mantovani e soprattutto i più giovani.


Questa concezione manichea, che ha separato il sapere manuale da quello accademico e scientifico, è un errore madornale. Una cosa non esclude l’altra. Possiamo pertanto puntare sia sulle nuove tecnologie che sia sulla tradizione. Valorizzando ciò che abbiamo nel senso economico e culturale del termine. Siamo un popolo di creativi.

Non dobbiamo assolutamente scordare. Quello che dobbiamo fare della nostra crescita economica è ragionare proprio sul coniugare il secondario e terziario, tra servizi e industria ed il turismo per noi è un industria che crea una forte sinergia e indotto. Molto utile la combinazione tra competenze artigianali con esperti di comunicazione. Un ottima soluzione sono le start up. Un cocktail così può generare l’inverosimile, a condizione che la nostra cultura riconosca il saper fare come un vero sapere. I giovani molto spesso sono orientati a essere impiegati come dipendenti, pubblici o privati. È paradossale, ma tutta la discussione sulla meritocrazia negli ultimi anni non ha aiutato la cultura del rischio.

È paradossale perché oggi molti dei nostri migliori studenti, proprio in virtù del fatto che hanno ottimi curricula, si aspettano che qualcuno li assuma. Molti di loro si sono semplicemente adeguati a un percorso deciso da altri ovvero lo studente rischia poco di suo. Oggi viviamo in una società che invece esige che l’imprenditore vada controcorrente, facendo cose diverse, scommettendo su quello che altri non fanno. Ecco perché troviamo tutto alquanto paradossale. Da un lato coltiviamo una cultura della meritocrazia, e dall’altro ci aspettiamo che basti un buon curriculum scolastico per farcela.  Il futuro è artigiano. Il lavoro non si cerca ma si crea!!!