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Le gravi irresponsabilità governative



L’emergenza sanitaria attuale ha evidenziato grosse carenze nella politica italiana: la scarsa capacità di anticipazione e intercettazione dei problemi da parte dell’attuale governo e delle regioni. 




Partendo dall’APP Immuni: rivelatasi un vero FLOP. L’APP, infatti, non poteva essere pensata come unica risoluzione per funzionamento, semplicità e rapidità, perché il virus ha assunto scenari inaspettati. Per l’ennesima volta ci siamo trovati impreparati.

Più che risolvere i problemi sulla ricettività delle strutture ASST e territoriali si è cercato di controllare quelli sociali tramite l’erogazione di bonus a pioggia. Lo scaricabarile tra Governo e Regioni e viceversa hanno poi fatto il resto. Lo si è visto anche con l’ultimo DPCM. Ciò ha evidenziato in modo innegabile che le Regioni sono un fallimento istituzionale come tutto l’apparato geopolitico e manageriale. Esiste un profondo scollamento tra Governo e le Istituzioni del Territorio.

Due principalmente i fattori che hanno contribuito alla disaffezione della politica: dalla lotta anticasta, rivelatasi ad oggi insignificante, all’incapacità di ripensarsi, di rinnovarsi e riformarsi nel ginepraio Istituzionale della politica a tutti i livelli. Va infatti ripensato l’art. 43 del titolo V della Costituzione.

A partire dagli Enti più conosciuti, la cui utilità è tutta da discutere, ai numerosi consorzi, società partecipate, agenzie regionali, enti autonomi. Molti dei quali impiegano personale senza svolgere alcuna funzione e finanziati per finalità che non svolgono più o non hanno mai svolto.

Non si sa esattamente quanti siano ma sicuramente gravitano pesantemente sullo Stato fior fiore di miliardi l’anno. Se ne sempre parlato nell’agenda dei vari governi che si sono succeduti e puntualmente senza alcune conseguenze.