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Versalis: un polo chimico nefausto



Una presenza ormai ingombrante quella del polo chimico Versalis: sorto negli anni 70 come Polimeri Europa e che da mesi attende un rilancio e soprattutto una riqualificazione in chiave ambientale. Una transizione che possa assicurargli una prospettiva di lungo termine perché la chimica di dieci, vent’anni fa, non è quella di oggi, nel senso che i processi innovativi e competitivi su scala mondiale, si sono centuplicati. 




Anche dalla lettura dei quotidiani locali emerge da tempo la veridicità di nuovi investimenti e che vede infrastrutture essenziali di dovute manutenzioni. Versalis, società chimica di Eni ( con sede a San Donato Milanese) ha pubblicato in data 20 Luglio 2023 il Report di Sostenibilità 2022 nel quale racconta il suo contributo allo sviluppo di modelli più sostenibili e circolari, in linea con la strategia e i valori di Eni.

Il documento approfondisce inoltre i target che la società si è prefissata per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica al 2050. La sfida della decarbonizzazione, così è riportato, riserva un ruolo di grande responsabilità per l’industria chimica in quanto, per la sua attività ad alta intensità energetica, è considerata “hard to abate”, difficile da decarbonizzare. Versalis intende, così recita il testo, contribuire con un ruolo chiave nella transizione attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie, prodotti e soluzioni complementari e sinergiche che contribuiscano a delineare un modello di business a ridotte emissioni e a creare un futuro più sostenibile. Riporto la dichiarazione datata 20 luglio 2023 di Adriano Alfani quale Amministratore delegato di Versalis: “Siamo impegnati per dare il nostro contributo per contrastare il cambiamento climatico, attraverso le azioni che portiamo avanti quotidianamente: l’individuazione di alternative più sostenibili di approvvigionamento delle materie prime ed energia, lo sviluppo della chimica da rinnovabili, l’adozione di soluzioni volte alla riduzione dell’impatto energetico, le intense attività di ricerca dedicate allo sviluppo di nuove tecnologie, processi e prodotti per la decarbonizzazione.

Lavoriamo affinché il continuo percorso verso la decarbonizzazione offra opportunità di crescita del tessuto sociale e prosperità dei territori in cui operiamo, attraverso lo sviluppo di nuove attività e filiere produttive” . Quindi ancor oggi si parla di quella transizione ecologica che richiede però investimenti che per quanto costosi richiedono sinergie con lo Stato, la Regione, gli enti deputati alla ricerca.

Su questo versante i sindacati reclamano un tavolo di confronto istituzionale. Non nego la mia personale preoccupazione: a quanto gli interessi e i profitti della classe imprenditoriale e politica prevarranno sulle conseguenze nefaste sull’ambiente e sulla salute della popolazione??

Fortunatamente, la storia disgraziata di questo territorio, le tante vittime di queste politiche criminali, hanno insegnato ai cittadini mantovani ( me compreso) a restare vigili e a non cadere nella facile trappola del greenwashing, a resistere a queste dinamiche di morte e a costruire, giorno dopo giorno, il sogno di un polo chimico libero dagli incubi del passato e del presente.