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Riprendiamo a vivere la propria vita ..nonostante tutto !!



Zone rosse, arancioni, gialle ? Non è forse che ci siamo infilati in un tunnel emotivo prima ancora che sanitario? Occorre trovare presto un modo per convivere col CoVid-19, altrimenti non solo si precipiterà in una recessione economica ma anche in una devastazione sociale e culturale. 




La paura del virus è ormai dilagante. Uno strumento utile al pari di quel dolore che ci avverte della necessità di intervenire! Allo stesso modo la paura ci indirizza verso comportamenti protettivi della nostra integrità, fisica e mentale. Meglio sarebbe trovare una corrispondenza tra la minaccia reale e la risposta, altrimenti si trasforma in panico creando solo danni.

Certamente non dobbiamo sottovalutare questo virus. E’ lecito averne timore, ma non possiamo andare in isteria, ricercando l’untore a tutti i costoi, barricarsi in casa, assaltare i supermercati e devastare così irrimediabilmente i rapporti sociali. Sembra incredibile che un virus a bassa letalità abbia potuto far tutto questo!!! Le teleconferenze hanno sostituito le riunioni.

La scuola con lezioni a “distanza”, perdendo l’ultima occasione di confronto reale tra i ragazzi mettendo a rischio i loro rapporti sociali, immersi nei telefonini in una realtà virtuale che non esiste! Ad essere realisti il servizio sanitario pubblico è stato devastato dai tagli che si sono succeduti nei vari governi. In 10 anni sono stati cancellati migliaia di posti letto.

Mancano medici e infermieri. Ad oggi non possiamo fare altro che rallentare più possibile l’epidemia perché non si ingolfino le già fragili strutture del servizio pubblico, saturando la disponibilità dei posti letto di cure intensive. Quindi è bene isolare i focolai e dare istruzioni igieniche.

Ma vada bene che queste indicazioni devono essere valutate accuratamente non solo sul piano epidemiologico ma anche sugli effetti che provocano sulla vita sociale e culturale. Un esempio? Il provvedimento di stare ad almeno un metro/due hanno accentuato la paura dell’altro, che non è un bel concetto in una società civile.

Gli esperti virologi sono spesso in contraddizione e spiazzano l’opinione pubblica. Il dibattito dovrebbe rimanere nelle sedi più appropriate e non ad una tavola rotonda giornalistica. Sbagliano i giornalisti a invitare virologi per metterli a confronto, e chi è più abile a parlare o è più famoso ha la meglio! Sono questioni complesse e si devono dibattere in campo strettamente scientifico e non ai talk show televisivi..!!!!

Già la popolazione ha poca fiducia nella scienza e si affida spesso a pratiche prive di scientificità o ad auto referenziati, se ci si mettono anche i giornalisti ad alimentare questa devastante incultura non se ne esce più !!! Comunque questo Covid qualche lezione ce l’ha data.

Attraverso la paura della gente il nostro servizio sanitario pubblico recupera rispetto, dignità o almeno considerazione! Il servizio pubblico andava e va difeso assolutamente dai tagli, dagli attacchi del privato e anche dal regionalismo differenziato!!

La sanità non può essere differente da una regione all’altra! Ma un'altra lezione ci è stata data: adesso che il mondo ci vive come untori e ci blocca le frontiere forse possiamo metterci nei panni di chi cercava un paese e un Europa solidale. Ora abbiamo imparato che adesso “l’altro” siamo noi!