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meglio l’interazione all’’integrazione



Si può morire per l’omessa del velo o per colpa di un patriarcato occulto? Mi riferisco al caso di Saman e non per ultimo alla morte in Iran di Masha. A dir poco assurdo, no? Cerchiamo allora di renderci conto e di ritrovarsi in questo genere di ragionamenti? 




Evidentemente non c è alcun interesse al progresso della nostra civiltà. E’ quanto mai evidente l’assenza di un progetto politico di educazione e di civilizzazione alla brutalità di un consesso religioso e autarchico che non ama la nuova generazione, che non ama la civiltà, tantomeno la libertà. Oggi la nostra rabbia è diversa da quella del passato.

Col progresso e con la civilizzazione si pensava che qualcosa potesse cambiare. E invece è solo un’illusione, l’utopia di un cambiamento del sistema. Difatto stiamo assistendo inerti alla violazione dei diritti umani e civili. E dunque quello che mi rimane è solo un sentimento di impotenza, in cui vorresti aiutare e invece l’unica cosa che puoi fare è raccontarlo di modo che altra gente sappia che in paesi non troppo lontani ti ammazzano per futili motivi politici, religiosi e patriarcali.

Mi riferisco all’islamismo e al confondere l’islam con l’islam politico. I musulmani sono le persone di fede islamica mentre gli islamisti sono quelli che professano la religione in ideologia e pronti a morire e uccidere per renderla dominante. Tanto di rispetto a quelle persone che pregano, digiunano e rispettano la propria tradizione religiosa ma condanno platealmente chi considera la propria tradizione religiosa come un progetto politico per purificare le altre tradizioni di altre fedi. Il musulmano crede che Dio lo protegga, l’islamista crede che sia lui a proteggere Dio. Il musulmano si preoccupa della propria fede, l’islamista si preoccupa della fede degli altri. Il musulmano, quando non ama qualcosa, non lo fa.

L’islamista, quando non ama qualcosa, proibisce agli altri di farlo. Il musulmano testimonia la propria fede di fronte agli altri, l’islamista giudica la fede degli altri. L’islam politico, in sostanza, non è una scelta che si fa per se stessi, ma una scelta che si cerca in tutti i modi di imporre agli altri. E allora ci si domanda se islam e laicità sono davvero incompatibili? Può sopravvivere l’inculturazione dell'Islam in Occidente? Una cosa è certa: l’islamismo ha ridotto l’islam alla politica e a una lotta per il potere per costruire una società islamica. E’ da sperare che i musulmani europei siano un punto fermo per battere gli islamisti. Non dobbiamo indurci dal distinguere fra occidente e islam.

L'Islam europeo è l'unico vaccino che può immunizzare l'Europa contro il virus dell’islamismo come regime. Come raggiungere questo obiettivo? Come attuare l’integrazione anche se un termine troppo esiguo? L’integrazione, in realtà, è un termine che io non amo molto, perché è qualcosa che può avvenire solo fra concetti inflessibili. L’integrazione è difatti un compromesso fra due parti, ognuna delle quali ritiene che sia l'altra a dover cambiare per una forma di adattamento per evitare il conflitto.

Ma se il conflitto fra concetti di fede è pericoloso, il dialogo fra stereotipi lo è ancor più, perché nel primo si tenta una soluzione, mentre nel secondo non si avverte il male, se non poco prima che deflagri o causi la morte. In Europa sono falliti modelli di integrazione perché hanno di fatto criminalizzato la loro presenza nello spazio pubblico. Preferirei quindi mettere in campo modelli di interazione sociale che invece coinvolgono le persone.


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