Grande soddisfazione per noi italiani e per le Istituzioni per la grazia concessa, il 19 luglio dal presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi, a Patrick Zaki (lo studente egiziano) arrestato poco più di tre anni fa e condannato a tre anni di carcere. Ma anche la comprova evidente sui limiti e sull’asservimento al potere, nei regimi assoluti, allorché cessi l’autonomia di chi deve giudicare.
Quindi esprimo la mia personale condanna per la barbaria del carcere subita ed ulteriore soddisfazione per aver graziato una persona innocente dal punto di vista del Diritto! Ma secondo le leggi del suo Paese rimane comunque colpevole e condannato, con una sentenza ineccepibile, anche se vergognosa. Una sentenza che nonostante la sua esattezza e conformità legale, certifica l’inadeguatezza del diritto internazionale.
A conti fatti l’85% della popolazione mediorientale vive sotto dittatura. In questa non invidiabile classifica dei Paesi “NON liberi” spicca al primo posto la Siria, insieme a Tibet, Somalia, Corea del Nord, Uzbekistan, Eritrea, Turkmenistan, Repubblica centrafricana, Arabia Saudita, Guinea equatoriale, Sudan e Sahara occidentale. Nel novero dei peggiori anche Cuba, Russia, Bielorussia, Cina, Thailandia, Iran, Egitto. In riferimento ad oggi all’Egitto e alle proprie leggi che vietano, con sanzioni penali, anche solamente nell’esprimere dissenso rispetto al dittatore di turno. A certe latitudini, con la rivoluzione, si passa NON da un tiranno alla libertà, ma ad altro despota.
Così NON è negli Stati di Diritto nei quali si evita, grazie alla legislazione vigente, di contrastare o limitare i principi di libertà sanciti dalla Carta Costituzionale. Ove ciò non esiste è l’assolutismo e guai a chi dissente !! Ovviamente il giudice, anche in quei Paesi, applica la legge. Pertanto il giudice della sentenza Zaki ha applicato la legge, senza porsi alcun dubbio. Esprimere dissenso al potere assoluto in Egitto è vietato ed è sanzionato con il carcere.
Indignazione e sconcerto al provvedimento giudiziario legato al giovane ricercatore egiziano Zaki. Come anche mal sopporto che si chiudano gli occhi sulla situazione giudiziaria e carceraria in Italia. Non siamo certamente un esempio di civiltà !! Sarebbe opportuno aprire gli occhi anche sui nostri limiti e problemi, non soltanto su quelli degli altri. Riformare la Giustizia Penale è alquanto inevitabile !!
Lo Stato italiano è spesso condannato a risarcire ingiuste detenzioni. Aggiungo altresì che la grazia concessa a Zaki dal Presidente al-Sisi non è avvenuta per un impulso umanitario di quest’ultimo, ma per un’evidente trattativa politica-diplomatica !! Il tiranno lo ha graziato, non certo per un impulso e chissà che accordo c’è sotto. In carcere sono rimasti chissà quanti altri egiziani e detenuti con le stesse accuse di Zaki.
Constatazione che nella conferenza stampa non è mancata nell’intervento di Zaki che ha concluso augurando che la comunità internazionale si dia da fare con la stessa solerzia. Certo l’offerta del volo di Stato è un gesto con cui si voleva sottolineare l’attività politico-diplomatica. Ma il rifiuto è un gesto politico? È frutto della mia fantasia prevedere per Zaki un futuro da onorevole?
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