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Libertè, Egalitè, Fraternitè



Come non si può che condividere il pensiero del filosofo Prof. Massimo Cacciari. Molto spesso sento pronunciare Libertè, Egalitè, Fraternitè: celebre motto risalente al settecento e associato in particolare all'epoca della rivoluzione francese. 




La parola Egalitè la condivido caldamente: ovvero che la legge sia uguale per tutti e le differenze per nascita o condizione sociale siano abolite laddove ognuno avrebbe il dovere di contribuire alle spese dello Stato in proporzione a quanto possiede.

Fraternitè non è una parola che necessita di uno sviluppo preciso. Direi che è una sorta di serbatoio di empatia che deve essere riempito il più possibile. E’ certamente inconcepibile riempirlo facendo guerra, anche fosse a fin di bene.

E veniamo alla parola libertà essenziale per lo sviluppo dell'individuo. E' la precondizione per la crescita dell'individuo e quindi della società: consiste nel potere di fare ciò che non nuoce ai diritti altrui. Vivere liberi o morire fu un grande motto repubblicano. Se io mi vaccino perché sono convinto che i dati mostrano che fa più bene che male, ha un valore per la società molto superiore a quello di una persona che si vaccina perché è obbligata (anche indirettamente).

Per questo è necessaria una vera democrazia (senza potentati economici) e soprattutto la minimizzazione di divieti e obblighi. Intendo dire che ogni volta che si obbliga o si nega a qualcuno di far qualcosa bisogna pensarci e più di una volta. Vietare di andare a fare una passeggiata in montagna per moderare una Pandemia è talmente idiota che non si dovrebbe pensare neanche una volta. E così l'obbligo vaccinale dovrebbe essere pensato solo quando si è stramaledettamente sicuri che fa quello che si dichiara.