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Libertà di stampa? Si comment!



Il 3 maggio di ogni anno ricorre, dal 1993, la giornata mondiale, dedicata alla libertà di stampa sancita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. 




Nella attuale classifica mondiale della libertà di stampa stilata da Reporters sans frontières l’Italia si colloca al 58esimo posto, dopo Paesi come la Macedonia del Nord, Gambia, Tonga e Burkina Faso. L’Italia è finita tra i Paesi considerati a “situazione preoccupante” anche perché nelle redazioni vince l’autocensura. Sempre più spesso, sebbene i giornalisti “godano di un clima di libertà”, NON si pubblica “per conformarsi alla linea editoriale della propria testata”.

Quello che sta accadendo nei media italiani è piuttosto chiaro!!! Visto che la maggior parte delle testate è in profonda crisi finanziaria i direttori e le redazioni sono sempre meno liberi e vittime di un sistema capitalistico del proprietario della testata. Cosa significa? Che quella testata deve continuare a esistere solo perché gli serve per altro: ad esempio influenzare la classe politica locale e nazionale per ottenere leggi o provvedimenti favorevoli (i nostri editori sono per lo più industriali, finanzieri, proprietari di cliniche, costruttori). Oppure per attaccare concorrenti o amministratori pubblici e/o per blandire chi potrebbe fare dei favori.

Così il giornalista o il direttore che teme di perdere il proprio stipendio si mette al vento e vince l’autocensura. Se a tutto questo si aggiunge “una precarietà crescente” sommata alla dipendenza “dagli introiti pubblicitari ed eventuali sussidi statali” ecco che si arriva all’oggi: a testate la cui linea editoriale prescinde totalmente dal pensiero dei sempre più esigui lettori. Vorrei rammentare che l’articolo 21 della nostra Costituzione così è scritto testualmente: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Siamo allora davvero liberi di dire quello che vogliamo con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione? E la stampa èlibera da soggezioni e autorizzazioni o addirittura censure? Se mi pongo queste domande sembrerò già tendenzioso, quindi mi colloco tra chi pensa che in Italia, oggi, siamo in epoca autocratica, NON siamo liberi di manifestare liberamente il nostro pensiero. Credo che ognuno di noi abbia in testa un elenco di persone censurate o intimidite e infine imbavagliate.

Chi detiene il potere oggi, a qualsiasi livello sia esso politico, economico e giuridico, ha paura dell’informazione, del pensiero libero, dello spirito libero. Ovviamente teme chi non può controllare e chi NON scende a compromessi loschi, a inciuci e soprattutto chi conserva la dignità umana e professionale. Quando il potere teme la comunicazione orizzontale tra le persone, cerca in tutti i modi di ostacolare i progetti di comunicazione dal basso. Non è un caso che da più parti c’è il desiderio di mettere il bavaglio ai blog e ai liberi cittadini. Ma la gente, di questo, cosa pensa?