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La violenza – strumentalizzazioni e certezze delle pene
Ennesimo caso di cronaca nera. Giulia Cecchettin diventa ennesimo caso di strumentalizzazione mediatica. Il caso di Giulia sembra aver scosso l'opinione pubblica ma in realtà ha diviso l'opinione pubblica. La cosa triste è che quando si verificano casi del genere, che dovrebbero unire l'opinione pubblica ad una riflessione invece diventano casi per dividere ancor più.

Le vittime diventano becera occasione per portare acqua al mulino della propria bandiera sotto ogni profilo socio-politico. Mi sembra l'ennesimo orrore mediatico cavalcato sapientemente da frange di esperti e politici. Ho visto e sentito colpevolizzare tutto e tutti per le colpe di un singolo. In verità Filippo Turetta è un adolescente e figlio della generazione Z.
Una generazione che più di ogni altra è tutta intrisa di “politically correct” fino a diventare in molti casi anche caricaturale. Eppure anche giovani universitari figli di famiglia per bene potrebbero trasformarsi in mostri. Tanto quanto il giovane del quartiere più degrato. L'ultimo mese si è parlato tanto del fatto che la cultura araba fosse la più violenta contro le donne. Adesso che la violenza è italianissima diventano gli uomini il capro espiatorio.
Così di volta in volta di episodi in episodi si è sempre alla ricerca del caprio espiatorio del momento per poi una volta trascorso e passato nel dimenticatoio si è pronti per un prossimo caso. In verità, secondo il mio punto di vista, la violenza non è ascrivibile ad una categoria. Non esiste l'iconografia del violento nonostante si cerchi sempre di dipingerne una. Questa raffigurazione porta all’impossibilità nel riconoscere la violenza in ogni sua forma. Perchè la violenza è violenza PUNTO!!!
La violenza è nei cervelli NON nei corpi che gli fanno da scocca. La violenza è violenza PUNTO!! Indipendentemente da chi la compie sia esso uomo, donna, transgender, italiano, straniero, cristianissimo, islamico. Sia esso del nord o del Sud Italia, ricco o povero. Insomma per farla breve la violenza è nei pensieri che molto spesso diventano commenti. Ne leggo tanti di commenti violenti e vi posso assicurare che provengono da uomini come anche da donne. In verità sono le persone come singoli ad essere violente e NON le categorie.
Siamo una società fortemente incarognita che si pone in modo violento nei confronti di qualsivoglia cosa. Basti pensar ai talk show televisivi per capirne l’ efferatezza. Pensiamo violentemente. Parliamo violentemente e laddove i costrutti sociali tendono a franare. Ecco che allora si diventa anche in grado di agire violentemente. Siccome so che ad essere violente sono le persone indipendentemente da chi esse siano e cosa rappresentino. Piuttosto che cercare il caprio espiatorio mi impegnerai in altro senso. Mi riferisco, ade esempio, alla certezza delle pene.
Un caso recentissimo? Quello di Dimitri Fricano che uccise la fidanzata Erika Petri uscito dal carcere e destinato ai domiciliari in quanto obeso. Allora piuttosto che colpevolizzare categorie di persone cercando una formula matematica alla violenza cominciamo piuttosto a pretendere che la giustizia faccia il suo corso. Chissà perché invece si cerca di dare la caccia alla categoria del momento.
Ovviamente c’è chi ha l'interesse a sciacallare. Ma come me e per molti altri questo interesse NON l'abbiamo. Cerchiamo quindi di non assecondarci questo sistema!! Proviamo a chiamare per una volta le cose col loro nome e cerchiamo di fare un po' meno schifo di quello che facciamo di solito.