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La salvaguardia del bene comune e dei servizi pubblica utilità



Leggo ora dal quotidiano la Gazzetta di Mantova sullapredisposizione di un bando per la delocalizzazione di certificazioni anagrafiche da parte del Comune diMantova attraverso convenzioni con organismi privati. Sicuramente tale decisione è supportata da normative legislative vigenti.




Ovviamentesono scelte politiche ma molto discutibili. Un’amministrazione organizzata ed efficiente non ha alcuna ragione per appaltare o delocalizzare servizi di pubblica utilità, che, in attività simili, potrebbero non raggiungeregli stessi risultati.

Tutto ciò 
sarebbe opportuno che avvenissesolo se i cittadini, destinatari dei servizi, sono protagonisti e compartecipanti sia nella valutazione delle organizzazioni pubbliche e sia in relazione alla qualità dei servizi e delle prestazionianche se principalmente spettante a Organismi Indipendenti di Valutazione che devono supportare, assistere e sorvegliare l’organo di indirizzo politico, al quale deve spettare il compito finale della valutazione.

Non 
vadano, quindi, ricercate soluzioni allocate in organismi o strutture poste al di fuori dell’amministrazione deresponsabilizzando la politica che deve invece indirizzare l’azione amministrativa, determinare gli obiettivi strategici e quindi valorizzarel’apparato Istituzionale ed i suoi dipendentidirigenza inclusa

Una buona amministrazione pubblica 
dovrebbesempre effettuare confronti delle performance ottenute tra amministrazioni, aziende ed unità organizzative simili o comunque confrontabili, anche dislocate sul territorio e validarne l’efficacia e l’efficienza degli strumenti e dei processi di valutazione interna, al fine di risolvere eventuali problemi di autoreferenzialità. L’amministrazione pubblica oggi non ha bisogno di riforme legislative

Basterebbe attuare le riforme e i necessari cambiamenti in via amministrativaimplementando eriformando l’apparato interno all’Ente e delocalizzandosoltanto iservizi accessori. In verità sono molto dubbioso sullaverifica e il controllo sull’attuazione e sulla qualità dei servizi e sulla indipendenza della dirigenza pubblica rispetto alla politica; manca una politica che sappia definire gli obiettivi e valutare, con il contributo dei cittadini, il loro raggiungimento con il miglioramento della qualità dei servizi cui legare una parte consistente della retribuzione della dirigenza e dei dipendenti; manca l’investimento di risorse sulla formazione dei dipendenti pubblici e il ricambio generazionale con nuove e moderne professionalità in relazione ai nuovi fabbisogni.

Questi 
dovrebbero essere gliobiettivi diu n’Amministrazione pubblica efficiente e moderna, impegnata con grande spirito di servizio e nell’interesse della collettività, coniugando i diritti dei lavoratori con i diritti dei cittadini per avere sempre servizi migliori erogati dalle pubbliche amministrazioni per un mercato moderno del lavoro a tutela dei lavoratori, ma senza tralasciare, rifiutando soluzioni assistenziali, chi è fuori dal mondo produttivo, come i disoccupati e i giovani, che non hanno rappresentanza e la forza per far sentire la propria voce, ed ai quali chi dovrebbe, per il proprio ruolo, non presta la dovuta attenzione.