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La desertificazione della vita relazionale



Con l avvento di Internet e dell’E-commerce il sistema che tutto si vende e tutto si compra ha rovinato il significato di comunità. Non è un caso che le famiglie si sono ridotte sempre di più, figli non se ne fanno e i single, soprattutto anziani, rappresentano all’inverosimile percentuali altissime. Si fa un uso eccessivo del mezzo di comunicazione tecnologico. 




Si è ottenuto il risultato di isolarci e farci diventare individualisti, perfetti consumisti che non trovano più una ragione di esistere, se non nella relazione con se stessi e con quello che si può comprare. Ci siamo impoveriti nelle relazioni umane.

Ci siamo sempre più avvicinati alla parola "io" a scapito di "noi". Siamo la comunità dei selfie, degli influencer, dell’esaltazione all’egocentrismo, dove apparire è molto più importante che essere. Nei talk-show televisivi questa pseudo-autorealizzazione ha globalizzato ogni forma concettuale e non importa chi calpesti, cosa produci, che lavoro fai, quanti danni socialmente arrechi.

L’importante è emergere che poi nella maggior parte dei casi la questione si riduce a come aumentare il consenso per il solo profitto economico. Un narcisismo che viene abbandonato al suo destino se non hai abbastanza seguaci, like, follower. Un egotismo che in vecchiaia sarà tragicamente sempre più isolato perché se tutti siamo così presi ad occuparci del nostro “ego”, non avremo più tempo per gli altri. Occorre ritrovare il senso delle relazioni con gli altri non filtrate da schermi, che permetta di non dovere per forza comprarsi qualsiasi merce e servizio. Si può collaborare, scambiare, condividere, prestare, donare, supportare, tutti gli aspetti che siano indispensabili per la nostra esistenza anche spirituale e in qualità di animali sociali. Dobbiamo attenzionare all’ambiente in cui si vive, al lavoro e alla salute, il proprio e per altrui futuro.