Ciò che conta nella lettura è la volgarità dell'immaginazione, la banalità della trama e la mediocrità dello stile. Spesso mi trovo a scrivere articoli di varia natura e sulla condotta dell essere umano.
Ovviamente per far riflettere su ciò che la nostra mente divaga per dar lustro e sfogo all umore di quel dato momento. Venivo spesso colpevolizzato nel non esser in grado di caratterizzare uno scritto per sintesi, o quantomeno nel non capacitarmi nel farmi capire.
Col tempo ho dovuto prendere atto dell’incredibile realtà: la gente non legge o meglio, legge solo il titolo!! Il titolo è ovviamente molto esemplificativo, elastico e riduttivo rispetto al testo. Solitamente viene scritto da chi cerca in qualche modo di catturare l’attenzione per renderlo d’effetto, magari estremizzando, o ironizzando.
È facile, perciò, che il titolo, volutamente, diventi anche fuorviante rispetto al contenuto del medesimo ( semprechè esista un testo o un contenuto ) Solo approfondendone i contenuti diventa possibile leggerlo nella giusta chiave. Sui social quali Facebook capita spesso di leggere una frase senza senso e/o per lo più banale alla ricerca di un click di condivisione perché influencer o conoscente.
Molto tempo invece viene speso per commentare, criticare, a volte insultare, o cercare di stupire con la battuta ad effetto. Sempre più spesso ci si imbatte in articoli seguiti da una sfilza di commenti scritti a sproposito. Quelle poche voci che tentano invece di ricondurre all’informazione corretta vengono completamente sommerse e naufragano in un mare di esternazioni che nulla hanno più a che fare con la notizia originale, impedendo così discussioni approfondite su argomenti di per sé complessi e oggetto di controversie. Perché questo accade? Una risposta plausibile? E’ la radiografia della cultura attuale che rifugge dall’analisi circonstanziata per ricercare ciò che è semplice, immediato, facilmente fruibile, e possibilmente d’ effetto. Riflettere diventa solo un’ inutile scocciatura: meglio se d’impatto o d’effetto. Possiamo parlare di trionfo della semplificazione? Certo è che a forza di ridurre e semplificare, si perdono i nessi logici, la concatenazione dei ragionamenti, la complessità dell’argomentazione, e l’informazione risulta incompleta e incomprensibile. Insomma per farla breve si ricercano notizie alla rinfusa senza far fatica di leggere. Chiunque per lavoro si occupi di contenuti giornalistici o professionali, sa bene che le persone non leggono, perciò ci si ingegna, appositamente, per frammentare o nel caso del web, attrarre l’attenzione con uso di colori e scelta dei caratteri. Anche i politici sanno bene che scrivere paragrafi lunghi più di qualche riga è considerata una mossa suicida. La morale? Per esser considerati c è bisogno di essere riconosciuti e apprezzati dagli altri piuttosto che il reale desiderio di conoscere e sapere.
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