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Il reclutamento di personale medico da paesi oltre oceano



Mi lascia alquanto basito il reclutamento di medici cubani con provvedimento ultimo della Regione Calabria atto a supplire le carenze croniche di organico dei nosocomi calabresi. 

Un ulteriore prova delle difficoltà in cui versa la sanità pubblica ma anche della fantasia creativa delle Regioni che si illudono di trovare soluzione a problemi strutturali attraverso provvedimenti estemporanei, dal vago sapore elettorale. Ma veramente non ci sono alternative?

Siamo di fronte a una situazione alquanto assurda ma non certamente unica nel variegato sistema sanitario. Potranno quindi esercitare la loro professione senza bisogno di nessuna integrazione di idoneità dei propri requisiti, come dovrebbe avvenire per legge per professionisti della sanità appartenenti a paesi che non rientrano nella comunità europea!?


Il provvedimento come verrebbe decretato rispetto al previsto e preliminare accertamento della conoscenza della lingua Italiana da parte degli Ordini Professionali!? Come potrebbe essere pensabile curare e/o assistere i pazienti senza avere la possibilità di comunicare con loro!?

Stiamo parlando ovviamente di persone con diversi alfabeti e con un sistema di scrittura che nulla ha a che vedere con il nostro. Come potrebbe essere concepibile riconoscere un nome commerciale italiano di quei farmaci oggetto delle sue conoscenze ed esperienze pratiche quotidianalmente a Cuba?

Sarebbe in grado di distinguerne gli effetti? Sarebbe altresì in grado di conoscere le tante leggi speciali che, in Italia, regolano l’esercizio della professione, anche per i riflessi che hanno sui relativi ambiti di funzione e di responsabilità? In quale modo, nel bel mezzo di un intervento operatorio il chirurgo potrà chiedere la strumentazione necessaria alla sua assistente, cioè l’infermiera strumentista, se questa è completamente ignara della lingua italiana? Inoltre, se anche gli operatori sanitari Cubani fossero vaccinati, immaginiamo che non risulteranno essere stati immunizzati mediante uno dei vaccini riconosciuti in Italia (Pfizer, Moderna etc.) si porrebbe il problema della efficacia e validità di una vaccinazione fatta con prodotti differenti!?! Quanti di noi affiderebbero un proprio congiunto a un professionista sanitario che arriva nel nostro Paese con possibili lacune linguistiche, anche gravi, che potrebbero non consentirgli di comunicare?

Davvero il nostro sistema sanitario, in questo momento storico particolarissimo, alle prese con una carenza cronica di personale medici e infermieristico, si potrà permettere provvedimenti di questo tipo senza pensare ai seri rischi per la propria tenuta? Senza nulla voler togliere alla competenza dei sanitari Cubani, è davvero indispensabile inserire nei nostri ospedali dei professionisti sanitari senza compararne i relativi percorsi di abilitazione professionale al fine di verificarne l’idoneità sotto il profilo della presenza di requisiti minimi necessari all’esercizio nel nostro Paese?

E qui mi fermerei asserendo che queste determinate riflessioni quando in gioco c’è la salute dei nostri cittadini, sono alquanto doverose!!! Se vogliamo far sì che la situazione degli ospedali pubblici, prostrati dalla carenza di medici, come di altre figure professionali, eviti soluzioni ad effetto, occorre richiamare le Istituzioni ai loro doveri per evitare la bandiera bianca e il deserto sanitario.



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