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Fiumi e rete ferroviaria – proposta multimodale e innovativa



Il tema critico della siccità ritorna in modo irreversibile sui piani della politica. All’emergenza sanitaria si allinea quella idrica con le conseguenti preoccupazioni, a partire da quelle degli agricoltori. Comprensibile disagio: riserve nevose sono scarse, così come a secco sono le falde. I fiumi e canali si trovano alla capienza minima complice, ovviamente, l’esplosione della stagione calda. 




 Serve quindi una gestione sovraregionale della crisi e ora i cittadini attendono interventi immediati. Su questa traccia il Comitato Civico Viva Mantova vorrebbe sottoporre l’attenzione con alcune proposte che si possono riassumere in due linee di obiettivi e interventi sul tema siccità:

1) individuare strategie ed iniziative che puntino all’equilibrio fra le necessità del territorio, della produzione, e della sostenibilità ambientale;

2) lavorare in ottica di sistema, coesione e visione prospettica, raggiungendo accordi che portino soluzione all’emergenza ma, soprattutto, progetti concreti.

Quali?
realizzando una rete di bacini di accumulo con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali.

L’idea?
Creare, senza cementificare alfine di ridurre l’impatto l’ambientale, laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Il trasporto fluviale è parzialmente utilizzato dovuto alla scarsa presenza di canali navigabili e alla siccità?

Perché allora non usufruire gli spazi con la realizzazione a lato di una rete ferroviaria con vantaggi di tipo ambientale che questo mezzo di trasporto consente di ottenere?

Probabilmente questa utilità non è stata tenuta in considerazione in maniera abbastanza efficace da attirare l’ attenzione. Tanto per esser chiari mi riferisco alla zona Valdaro considerata porto intermodale con caratteristiche di trasporto fluviale. Nel nostro paese, per motivi storici e geografici, si è da sempre preferito puntare più sulla modalità stradale (intesa come trasporto su gomma)

Vista l’ opportunità perchè non costruire una rete ferroviaria già spianata dal corso d’acqua dei fiumi in secca e rendendo il metodo di trasporto merci più sviluppato e conveniente!?

Oggi come oggi è sempre più diffusa la consapevolezza della gravità dell'inquinamento ambientale ed atmosferico, sta accrescendo la generale attenzione verso metodi di produzione e di trasporto, sia merci che urbano, che siano meno dannosi possibile per l'equilibrio ecologico.

In questa ottica il Porto di Valdaro potrebbe addivenire una risorsa importante e di collegamento ferroviario oltre che via fluviale tra la pianura padana e l'Adriatico. Questa nostra proposta parte proprio da queste considerazioni e vuole essere un modesto contributo per più approfonditi studi che siano un incentivo allo sviluppo di una tipologia di movimentazione merci più sostenibile e rispettosa dell'ambiente.

Potrà risultare, quindi, interessante esaminare un nuovo modello di sviluppo in grado di rendere più competitivo il trasporto merci via fiume e via rete ferroviaria con un'unica soluzione combinata o meglio definita multimodalità.