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Un Natale da dimenticare



Si prospetta un Natale in pieno lockdown a causa del Covid. Ciò impone di starsene sdraiati in salotto con un buon libro e a ripensare al nostro stile di vita fino a quando non si è travolti da altri eventi altrettanto catastrofici. 




Se vivere in questi spazi diventa ogni giorno una prova di equilibrismo il prolungamento porterebbe al sovraccarico del nostro sistema cerebrale. A questo punto non è più la fatica del vivere quotidiano a fare la differenza.

Questa relazione psicofisica ci riporta a riflettere sul rapporto corpo-mente come entità non più separate, ma al contrario tali da mettere in discussione cognizione ed emozioni. Oltre ciò la crisi economica ha fatto il resto.

Tale transizione fisiologica potrà comportare disagi organici più o meno severi e risposte psicologiche tra le più disparate. Ad influenzare la nostra vulnerabile psiche anche le catastrofi ambientali. E’ quanto mai urgente che le Istituzioni si attivino da subito a processi di innovazione sociale e culturale atti a prevenire tali eventi invitando la comunità alla co-creazione, riflessione e inclusione.

In realtà, oggi come oggi siamo in grado di riconoscere le potenzialità dell’innovazione culturale frutto di esperienze di innovazione sociale e i processi di innovazione tecnologica. Le Istituzioni dovrebbero essere le prime a dover lavorare su questa fase di riconversione dell’aspetto antropologico e territoriale. Occorre molta partecipazione oltre che responsabilità.

Auguro buone festività