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Lavoro, dignità, sostenibilità per un nuovo patto



Siamo entrati nel nuovo anno ma i problemi rimangono. Il lavoro, la salvaguardia dei propri valori e delle proprie competenze, del modo di stare al mondo e di guardarlo sono elementi che non possono essere lesi nelle relazioni. 




In questo snodo strategico per la ricerca di prospettive di lavoro e di relazioni sociali si deve concentrare e sviluppare la nostra attenzione per la prevenzione al disagio e alla responsabilità sociale. Un tema quello del lavoro fortemente voluto che è da sempre tema dell’inclusione e di approfondimento e riflessione.

Con il lavoro si incontrano e si modellano gli aspetti essenziali del nostro vivere non senza trascurare l’ambiente ma anche il nostro equilibrio psico-sociale. Ecco perché quando si tocca il lavoro si identifica la nostra personalità soprattutto quando si parla di lavoro a distanza e non solo all’ intervento logistico-organizzativo. Mutano ovviamente gli ingredienti con i quali si costruisce la nostra personalità tra questioni ereditate dal sistema, impressioni soggettive e la cura dell’ambiente.

Con il lavoro a distanza si perdono pezzi importanti che caratterizzavano la nostra personalità e il nostro modo di vivere. Il lavoro rimane compito vitale e insieme all’amore e all’amicizia costituiscono la spina dorsale attraverso i quali si estrinseca la nostra vita. È fondamentale perché consente di perseguire tali obiettivi apparentemente banali, ma di fatto alla base della nostra essenza di vita: la sicurezza, il contare qualcosa per qualcuno, l’essere chiamati per nome. È così che si passa dal lavoro inteso come azione individuale a quello collettivo.

Un passaggio indispensabile per dare risposte al nostro senso di inadeguatezza oggi come oggi fragile e debole. Nessuno ne può beneficiare in assenza di responsabilità e cooperazione. Viceversa dovremmo soccombere ad ogni virus psicosomatico perdendo di vista il bene comune. L’accelerazione ad un progresso sempre più tecnologico di cui siamo testimoni vittime e artefici si imbatte con il tema della sostenibilità ambientale come anche quella psicologica.Il rapporto tempo/eventi oggi come oggi è drasticamente mutato. Tale accelerazione ha infatti ha un costo per noi e per l’ambiente e per la nostra pische. Noi non siamo fatti per sostenere questo ritmo e per questo conseguono onori e oneri quali questa pandemia e al ricorso alla scienza come extrema ratio.

Non sappiamo più tollerare l’insuccesso, eppure questo era alquanto prevedibile in un mondo capitalistico e di globalizzato. Il tema del lavoro deve essere affrontato assieme a una riconsiderazione della dimensione temporale. Serve tempo per crescere, per evolversi, per digerire le sconfitte, per imparare, per ritessere nuove relazioni. La sfida è più che mai aperta. Non si tratta di discutere su quale sarà il futuro del lavoro ma su quale futuro al lavoro si voglia dare.