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La realpolitik e i bonus day



Tutti alzarono le mani verso il cielo con la venuta di Draghi succeduto a Conte. Purtroppo a ragion veduta la politica è rimasta immutata. Il debito pubblico è incrementato ulteriormente. Il vuoto scaturito da mancanze di vere strategie politiche. 




Bisogna rimettere in moto l'economia, creare occupazione. Invece assistiamo a una deprimente rincorsa sui bonus tra governo e Confindustria. Manca un’azione del governo e delle politiche pubbliche. Già in passato e anche recentemente sono stati commessi enormi errori dalla politica spesso e purtroppo con l’avvallo dei sindacati. Si prosciuga a furor di tasse la ricchezza del Popolo e poi si elargiscono queste risorse a fondo perduto ai soliti noti. Il ceto medio è praticamente scomparso. La ricchezza dovrebbe essere ridistribuita con il lavoro dignitoso e ben ridistribuita.

Per la ripresa si deve puntare obbligatoriamente sulla competenza e la professionalità. Basta con la precarietà. Cancelliamo quelle forme contrattuali assurde come il lavoro a chiamata, intermittente, i tirocini extra-curriculari e ridefiniamo una volta pere tutte con unico contratto di inserimento al lavoro a contenuto formativo e finalizzato alla stabilità. Vanno altresì aumentati i salari, che sono tra i più bassi in Europa. Non è più tollerabile.

Il PIL può riprendere a crescere solo se riparte la produzione qualificata non si può più andare avanti con l'assistenzialismo alle aziende. Altra opportunità è la scuola e la formazione dei giovani pensando al rapporto con le imprese e il mondo del lavoro. Le imprese in difficoltà devono essere riconvertite e riqualificate. Si deve capire e rimuovere le vere cause che portano le società ad avere bilanci in rosso e non si può più incolpare i dipendenti che spesso pur di lavorare accettano qualsiasi ricatto persino rischiando la vita. Le imprese sono vincenti solo se tutto il personale aziendale collabora attivamente alle decisioni e ai profitti. Questi concetti di partecipazione coinvolgimento e democrazia aziendale sono ancora un miraggio. Pure i partiti sono responsabili di questa situazione perché si continua a candidare nelle società pubbliche rappresentanti inesperti poco qualificati.

C'è chi asserisce facilmente manovrabili. Questa è la situazione reale di un paese alla deriva e ci dispiace dovere ammettere come anche noi cittadini spesso preferiamo delegare invece di impegnarci a un dibattito serio e aperto che va anzitutto ripreso sulle misure di contrasto alla povertà. D’altronde il rapporto Caritas evidenzia come nel corso di questa pandemia si siano raggiunti livelli di povertà assoluta più alti degli ultimi 15 anni e aggravatasi ulteriormente dallo scoppio della guerra russo-ucraina.

Certo che non si butta via niente!! Ci mancherebbe. Ma sia chiaro che non basta qualche bonus politico al posto di una buona politica. Non è il momento di un riformismo competitivo ma semmai cooperativo, della giustizia sociale, con un fisco che colpisca la rendita finanziaria, l’evasione e l’elusione, liberando risorse per i redditi e le pensioni più basse.