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La mala politica va combattuta con responsabilita’ e coesione sociale



Con la pandemia i molto ricchi, diverranno ancora più ricchi, così i poveri diverranno ancora più poveri ed in linea con le crescenti disuguaglianze socio-economiche. 




Una desertificazione economica che vede come vittime non solo gli individui ma soprattutto le famiglie. Le prospettive non sono rosee. Aumenteranno i disoccupati e gli inoccupati. Graverà sulla condizione minorile e giovanile, sulle discriminazioni per quanto riguarda accesso al mercato del lavoro, retribuzione e assegni pensionistici. Si rafforzerà il potere delle mafie e il loro potere di penetrazione economico culturale a causa del ricatto economico.

Anche nei settori in cui la spesa sociale non è arretrata, di fatto i livelli di welfare non sono stati in grado di contrastare l’erosione sociale di molte fasce di ceto popolare ed anche di ceto medio. È evidente che questo incremento mostruoso della povertà oltre alla pandemia sia stato indotto anche dai massicci tagli alle spese sociali nei bilanci nazionali, regionali e comunali. A nulla servirà la recente misura del Reddito di cittadinanza e già si parla del RUB reddito universale di base. Altra spesa ancora per lo Stato. E’ chiaro che la principale vittima della disuguaglianza è la democrazia. I mezzi di sopravvivenza e di vita dignitosa, sempre più tagliati, sempre più scarsi, sempre più in mano a pochi, ricercati ed inaccessibili, diverranno oggetto di una rivalità tra i privilegiati ed i bisognosi lasciati senza supporto, condannati a rimanere nella propria condizione. Se tale situazione persisterà la crescente disuguaglianza causerà un aumento della criminalità e dell’insicurezza. Questo non è però un destino ineluttabile, esiste una visione positiva di un futuro possibile, che ci deve vedere  veramente uniti e responsabili sul quale ricostruire democrazia e partecipazione.

L’aumento del divario tra ricchi e poveri non è un fenomeno inevitabile ma la mala conseguenza di scelte politiche. Non è un caso la situazione in cui ci troviamo. Mettersi insieme ed invertire la rotta unisce insieme i dannati della globalizzazione e della colonizzazione economico finanziaria, oggi più che mai rappresenta uno spazio pubblico in cui unire le voci e rimettere al centro dell’agenda politica la dignità umana.