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La democrazia e le derive del politicamente (s)corretto



Illudersi di essere con la convinzione indotta che tutto dipende dalla volontà della singola persona. Si moltiplicano i dibattiti sul web e sui “talk live” televisivi. L’idea di democrazia oggi si nutre di questo. Intanto le nostre vite scorrono sul “trita cervelli” mainstream su cui non abbiamo alcuna padronanza. E’ sempre più pervasiva l’ideologia neoliberista e sapientemente ippocratica. 




Per questo il concetto di democrazia è da tempo svuotato di senso. Il grande Giorgio Gaber parlava di libertà come partecipazione, non intendeva dire che basta partecipare ai dibattiti o alle elezioni ma partecipare ai processi di trasformazione della società, dove la partecipazione si fa ogni giorno in carne e ossa e produce nuovi mondi e nuove relazioni sociali, non la parata grottesca del nostro contributo al chiasso universale sui social.

Mai come in questo conflitto Rossia-Ucraina il significato di democrazia sia sempre più discutibile e si sia radicalmente riformata specialmente negli “States appartenenti alla Nato” e connessi all’influenza statunitense. E’ sempre più evidente, che l’informazione è sempre più controllata ed egemonizzata da cliché di liberalismo e democrazia.

E' alquanto evidente che le fonti di notizie siano non solo sempre più ristrette ma anche sempre più controllate, tenute al guinzaglio da lobbies economiche estremamente elitarie e da isolare chiunque sia portatore di istanze veramente diverse da quelle rappresentate secondo le linee di controllo stabilite dai vari poteri che le sostengono.

Oggi come oggi tutti parlano e scrivono ma sortendo solo un gran rumore che nessuno sente. La liberalizzazione della rete è di fatto del tutto complice del fatto che a parlare veramente siano solo le poche fonti di informazione ed innocue per il sistema di potere (accentuatasi in questi ultimi anni), i cui portavoci sono previamente sottoposti a sterilizzazione sistematica di ogni capacità di critica.

Io stesso mentre redigo sul mio blog o posto qualcosa sulla mia pagina FB sono perfettamente consapevole di parlare a un gruppo di persone infinitesimale che mi serve più che altro per non sentirmi solo (come invece di fatto sono) e che quando mi sono proposto anche nelle sedi “politicamente corrette” e/o su testate giornalistiche vengo sistematicamente rifiutato o ignorato.

Il prezzo da pagare per accedere a una importante fonte informativa o culturale è, più che la capacità di bucare nei social, molto relativa in realtà, l’essere evirati della propria carica anticonvenzionale e/o proporre opinioni facilmente condivisibili e indolori per le sedi di potere. La nostra democrazia funziona così. Ti danno l’illusione di essere libero e di poter cambiare le cose. In realtà non puoi mai cambiare niente se non le tue percezioni.

Non sarà un caso che oggi siamo continuamente bombardati da una psicologia che mira a convincerci che la salvezza può essere frutto solo di una decisione personale. Se non si è felice è colpa nostra, è il nostro mantra, per essere felice basta deciderlo. Non sono gli altri ad essere cattivi, non è il sistema, siamo noi che non abbiamo ancora preso la decisione di guardare il bicchiere mezzo pieno.

Il nuovo riassetto economico neo-liberale lo dichiara da tempo: se sei povero è solo perché hai deciso di essere povero, quindi dipende da noi migliorare la nostra condizione economica.