News

Giovani e politica: disaffezione o disinteresse?



Ultimamente assistiamo ad un certo scollamento tra il mondo giovanile e la politica. La nostra vita politica è affollata di esempi di “ipocrisia democratica”. Un tradimento sistematico dei valori di eguale libertà in cui gli attori istituzionali sono soliti richiamarsi e giustificarsi nelle loro decisioni. Una sorta di paradossale inversione dei mezzi e dei fini, i valori democratici sono così evocati strumentalmente per legittimare politiche quali guerre dichiarate in nome della pace, legalizzazione dello stato di emergenze in nome della salvaguardia delle democrazie, cancellazione delle tutele a sostegno di chi lavora in nome dell’equità. 




Questa sfiducia ha portato ad un drastico calo della partecipazione dei giovani alla vita politica del paese. C’è una buona parte che non si informa affatto, come se le decisioni prese nei palazzi del potere non li riguardassero. Perché tutto questo scetticismo?

Perché negli ultimi anni la politica ha creato solo incertezze e precariato. Per molti la politica è qualcosa di estraneo. Ai giovani di oggi mancano prospettive ideologiche e risposte concrete. Le promesse non mantenute, gli scandali, l’opportunismo, i giochi di potere hanno procurato solo scetticismo. Si può dire in pratica che la politica giovanile sia inesistente.

La politica non si è preoccupata della nuova generazione e la divergenza è aumentata in modo esponenziale. Inoltre sembra che chi è interessato a fare politica sia fortemente condizionato da due fattori: la disponibilità di tempo e le condizioni economiche. Si pensa alla politica come ad una “èlite” ad alti livelli profusa solo da chi se lo può permettere e/o da chi ricopre una posizione occupazionale ben definita: non è un caso che gran parte di imprenditori e liberi professionisti e magistrati si convertano alla politica.

Cosa si potrebbe fare per invertire la rotta? Gli strumenti per offrire iniezioni di fiducia alle nuove generazioni ci sono, basterebbe impiegarli. Il primo approccio da proporre ai giovani è quello del recupero del senso della collettività. Comprendere l’importanza del proprio rapporto con gli altri e del proprio contributo in seno alla comunità attraverso esperienze nel mondo del volontariato e dell’associazionismo. Altro percorso è quello legato al raggiungimento di obiettivi. Vivere la vita è come affrontare una continua sequenza di sfide da raggiungere e/o problemi da superare. Nella sfide si sperimentano le proprie capacità e i propri limiti, si impara ad affrontare difficoltà impreviste, ad essere pronti, a condividere la fatica e la gioia, a non scoraggiarsi. Il pensare che la politica sia una cosa irrimediabilmente perversa e disonesta non porta che al nulla. Negli ultimi anni si è assistito a un incremento dell'uso della Rete per informarsi rispetto ai media tradizionali. Il web rappresenta un universo di potenzialità, anche se molto spesso mal utilizzato, ma che delinea sfide future per la politica in Rete: il feedback, l’on-line come strumento organizzativo della politica e promulgatore di temi caldi per l’opinione pubblica. I giovani, amanti dei social, cercano spazi di discussione dove sentirsi protagonisti.

Uno strumento dialogico e relazionale per caricare di appeal la politica e permettere di riavvicinare la nuova generazione. Concludendo: la soluzione per riaprire in modo permanente il dialogo tra giovani e politica sembra proprio quello di moltiplicare il più possibile i luoghi e le occasioni di confronto, garantire processi decisionali democratici e il più partecipati. È dunque importante cercare di coinvolgere le generazioni moderne nella politica. Dopotutto saranno loro la società del futuro. Un giorno le redini della politica sarà nelle loro mani.